È ormai risaputo che batteri, protozoi e virus vivono nel corpo dell’uomo: sulla pelle, nelle vie respiratorie e urinarie, nel tratto urogenitale e soprattutto nell’apparato digerente. L’insieme di questi microorganismi è chiamato “microbiota”, l’insieme del loro materiale genetico è invece chiamato “microbioma”.
Microbiota e microbioma sono fondamentali per la vita, svolgono infatti ruoli di protezione e buon funzionamento delle difese immunitarie.
In particolare, il microbioma vaginale aiuta a prevenire sia infezioni urogenitali sia il cancro alla cervice dell’utero. Ancora più importante, le alterazioni della microbiologia vaginale sono state associate a infezioni ricorrenti del tratto urinario e ad un aumentato rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, come HIV, HPV e HSV-2.
Scopriamo cos’è il microbioma vaginale e come possiamo favorire il suo benessere.
Il microbioma vaginale
Importante per tutte le donne è il microbioma vaginale che gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento del giusto pH e permette di evitare fastidiosi disturbi come le infezioni genito-urinarie.
Il microbioma vaginale in condizioni fisiologiche è rappresentato in particolare da Lactobacillus spp., Crispatus, Lactobacillus Iners, Lactobacillus Jensenii, e Lactobacillus Gasseri.
I lattobacilli sono coinvolti nel mantenimento del normale ecosistema vaginale prevenendo la crescita eccessiva di microrganismi patogeni e opportunistici. I principali meccanismi con cui i lattobacilli esercitano le loro funzioni protettive sono:
- competizione con altri microrganismi per i nutrienti e aderenza all’epitelio vaginale.
- riduzione del pH vaginale mediante produzione di acidi organici, in particolare acido lattico.
- produzione di sostanze antimicrobiche, come batteriocine e perossido di idrogeno (H2O2).
- modulazione del sistema immunitario locale.
I fattori che possono influenzare il microbioma vaginale e modificarne l’equilibrio (in caso di disequilibrio si parla di “disbiosi”) sono molteplici: attività sessuale, condizioni igienico-sanitarie, patologie sistemiche, antibiotici, immunosoppressori, terapia radiante, traumi, è inoltre alterato in determinate circostanze quali menopausa, gravidanza, parto pretermine o aborto spontaneo. Quando il microbioma perde il suo equilibrio si possono verificare vaginiti, rapporti sessuali dolorosi, comparsa di infezioni quali candida o cistite, casi di infezioni in cavità uterina (endometriti) o delle tube (salpingiti). Ma anche complicazioni nel concepimento e nel portare a termine la gravidanza.
Come cambia il microbioma vaginale nelle varie tappe della vita?
Il microbioma vaginale non è un ambiente statico, anzi, cambia la sua composizione nei momenti chiave della vita di una donna (nascita, pubertà, età fertile, gravidanza, allattamento e menopausa).
Dopo la nascita la vagina viene colonizzata da un gran numero di microrganismi, ma nella fase che precede lo sviluppo, i bassi livelli di estrogeni determinano bassi livelli di lattobacilli. Con la pubertà, invece, gli estrogeni fanno maturare la mucosa della vagina che produce glicogeno, ed ecco che compaiono i lattobacilli. Durante la gravidanza la carica batterica intestinale aumenta. Questo sembrerebbe favorire una maggiore stabilità del microbioma con un aumento dei lattobacilli e una maggiore protezione dall’invasione di patogeni. Situazione contraria la si ha in presenza di parto pretermine. Infine, i livelli di lattobacilli si riducono a seguito di eventi fisiologici ad esempio durante il puerperio, perché scompaiono gli estrogeni in quanto la donna sta allattando, e diventano ancora meno numerosi dopo la menopausa.
La sua composizione influisce sulla fertilità?
Sono molti gli studi che hanno evidenziato una connessione tra infertilità e disbiosi vaginale. In queste donne è stata soprattutto rilevata la forte riduzione o l’assenza di Lattobacillus Crispatus e di Lactobacillus iners e l’aumento di batteri anaerobi come Atopobium, Prevotella, Veillonella, Ureaplasma ed Escherichia Coli.
È stato riscontrato che la presenza del batterio Atopobium vaginae, in donne con infezioni batteriche asintomatiche, è uno dei principali fattori che contribuiscono all’insuccesso delle procedure di transfer embrionario.
D’altra parte, una considerevole colonizzazione di L. gasseri nelle pazienti con infertilità idiopatica è in grado di promuovere un ambiente sfavorevole per la gravidanza.
Invece, la presenza di Lactobacillus spp. nei follicoli ovarici e nell’endometrio sembrerebbe correlata a una maggiore probabilità di fecondazione naturale o assistita.
Come si formi e si mantenga il microbiota del tratto riproduttivo è però ancora poco chiaro, nonostante siano note la sua elevata complessità. Età, etnia, fase del ciclo mestruale e gravidanza sono tra i fattori che maggiormente incidono sulla sua composizione nelle donne.
Oggi è possibile valutare la presenza di batteri in cavità uterina, semplicemente prelevando campioni di endometrio durante la visita ginecologica, con una cannula chiamata Pipelle, e di analizzare la presenza di materiale genetico batterico. Il test è molto preciso ed in grado di rilevare piccolissime quantità di batteri prima che questi siano causa di infezioni clinicamente rilevabili. La terapia con probiotici, sia per via orale che vaginale, è efficace nel modificare l’ambiente fino a renderlo ostile allo sviluppo delle specie batteriche patogene e risulta molto più efficace e duratura della terapia con gli antibiotici.
Per concludere, lo studio del ruolo del microbioma vaginale nella sfera ginecologica è da poco oggetto di attenzioni che necessitano perciò di ulteriori approfondimenti. I risultati finora ottenuti sembrerebbero sostenere la prospettiva di terapie alternative per promuovere la salute della donna, in base alla sua componente batterica vaginale.
Conoscere la composizione del microbioma vaginale potrebbe aiutare ad individuare le cause dell’infertilità femminile nei casi finora classificati come idiopatici. Tutto ciò porterebbe a definire interventi terapeutici personalizzati che mirino a ristabilire l’equilibrio dell’ambiente vaginale, il concepimento e il proseguimento della gravidanza.
Riferimenti
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