Ci sono terminologie mediche che appaiono inevitabilmente complesse. La lingua italiana, è ricca di sfaccettature. E per questo può diventare ancor più criptica alle orecchie di un pubblico che non “mastica” un vocabolario scientifico.
L’Isterosalpingografia, ad esempio, pur essendo uno degli esami tipici per le donne che eseguono accertamenti riguardanti l’infertilità, è appunto una di queste nomenclature.
Hýsteros (ὕστερος), “posteriore”, “che viene dopo”, salpinx (σάλπιγξ) “tuba” (riferimento alle “Tube di Falloppio”, i canali che collegano l’utero alle ovaie), grafìa (γραϕία, der. di γράϕω), “scrivere”.
Etimologia (guarda caso) che deriva, come sovente accade, dal greco antico.
Ne parlo, perchè è tra le indagini principali che permettono a un ginecologo come me, specializzato nella fisiopatologia della riproduzione umana, di ottenere informazioni sulla morfologia dell’apparato genitale femminile. Nella diagnosi differenziale delle cause di ipofertilità assume un’importanza fondamentale.
Questo screening, dunque, tra i più antichi, mantiene tutt’oggi una validità clinico-diagnostica di alto livello. Un’eventuale ostruzione delle tube ostacola, infatti, la fecondazione dell’ovulo. La presenza di polipi uterini, miomi, cisti ovariche o neoformazioni tumorali maligne sorte nei loro dintorni, spesso impedisce inevitabilmente la fecondazione.
A cosa serve? Provo a farvi scoprire cosa mette in evidenza quest’esame. Dovrò essere un pò didascalico, ma un certo schematismo tornerà utile per comprendere più facilmente.
L’isterosalpingografia è indicata in tutte quelle donne che hanno problemi e difficoltà nel concepire o che hanno avuto ricorrenti aborti spontanei. L’esame mette in evidenza la pervietà delle tube. Ovvero controlla la loro forma e se esse siano aperte o chiuse, fornendo indicazioni sull’anatomia dell’utero e su eventuali patologie. Queste ultime, è bene ricordare, possono alterare le strutture riproduttive tanto da portare al non concepimento o al non attecchimento dell’embrione.
Le strutture sono evidenziate con due modalità:
Mediante difetti di riempimento: il liquido di contrasto non riempie correttamente tutte le cavità in cui viene iniettato.
Mediante assenza di progressione: il liquido non progredisce attraverso le strutture. In caso di occlusione tubarica o non pervietà delle tube, ad esempio, verrà messo in evidenza solo l’utero e non si vedranno le tube filiformi.
L’esame può mostrare la presenza di:
- Neoplasie. Masse tumorali a livello uterino o tubarico che determinano una minore pervietà delle tube, o la loro completa chiusura. O altrimenti un’alterazione nella struttura uterina, tale da non far impiantare l’embrione;
- Polipi e Fibromi. A livello uterino sovente causa di ripetuti aborti, che causano interferenza col normale attecchimento e sviluppo dell’embrione;
- Aderenze. Strisce di tessuto che si formano tra diverse strutture, determinando persino una minore capacità di movimento; i tessuti appaiono così “incollati” tra loro e a livello tubarico possono far collassare le pareti delle tube chiudendole e impedendo che l’ovulo fuoriesca per la fecondazione. Le aderenze possono determinare alterazioni dell’endometrio tali da non consentire l’impianto di un eventuale embrione e causare l’interruzione della gravidanza;
- Anomalie morfologiche uterine e tubariche. L’isterosalpingografia mette in evidenza strutture uterine anomale come l’utero bicorporale o l’utero in forma di T. O ancora, strutture tubariche non convenzionali.
Parallelamente all’isterosalpingografia, esistono altri esami simili.
A) Preparazione: analisi e precauzioni necessarie prima dell’esame.
Per evitare il rischio di una gravidanza in atto, l’esame andrebbe eseguito tra la fine delle mestruazioni e l’inizio dell’ovulazione, cioè nei 14 giorni precedenti l’ovulazione e più precisamente tra il 6° e l’11° giorno del ciclo mestruale. E’ necessario, dunque, chiamare il centro scelto, per prenotare l’esame durante il ciclo.
Del resto i test di gravidanza si positivizzano dopo almeno 3 settimane dall’ultima mestruazione. Sarebbe inutile realizzare tale test prima della procedura.
Altrettanto futile una eventuale preparazione di tamponi vaginali o cervicali prima della tecnica (farmaci antispastici, lassativi, lavande vaginali, ecc.).
B) Procedura: le due fasi dell’isterosalpingografia.
La paziente viene fatta stendere sul lettino radiologico ginecologico. Il medico effettua la disinfezione dei genitali esterni, procedendo con l’inserimento dello speculum in vagina, e depurando il collo dell’utero. Prosegue con l’introduzione (sempre in vagina) di un catetere che inietta circa 10 ml di mezzo di contrasto a livello della cavità uterina. Il posizionamento avviene sotto un apparecchio chiamato fluoroscopio. Uno strumento altamente professionale che emette raggi X. Questi ultimi metteranno in risalto le strutture in esame grazie al mezzo di contrasto. Da lì si prosegue con l’acquisizione delle immagini radiografiche.
Una volta acquisite le immagini, il catetere può essere rimosso. L’esame ha una durata complessiva di 20/30 minuti circa.
Adesso, so già, che il lettore di questo blog si chiederà se l’indagine sia dolorosa. Può stare tranquillo. L’esame viene eseguito in ambulatorio senza bisogno di anestesia. Non è travagliato, ma semplicemente fastidioso. Considerata l’inevitabile invasività, il compromesso vale il tentativo. La paziente potrà avvertire piccoli crampi addominali simili a quelli mestruali. In rari casi soltanto è prevista una leggera sedazione, ove venisse avvertito un fastidio intenso.
Dopo l’esame sussiste la possibilità che sorgano dei piccoli effetti collaterali. Però nel giro di poche ore passeranno eventuali crampi addominali (mediante compresse di antidolorifico), perdite vaginali (legate all’espulsione del mezzo di contrasto), lieve spotting (sanguinamento esiguo, speculare a quello che precede la menorrea), vertigini, debolezza/nausea, e infine febbre, diarrea e perdite ematiche (estremamente rare, connaturate a reazioni derivanti dal mezzo di contrasto/dai farmaci sedativi).
L’antibiotico precauzionale somministrato ad hoc, dovrebbe evitare tali seccanti insorgenze.
Ecco, spero di essere stato sufficientemente esaustivo. Sotto allego un paio di immagini descrittive, utili a chiudere la “lezione”. Alcuni miei simpatici amici, d’ora in poi, non avranno scuse quando esclameranno in maniera buffa: “Istero-che?”.
Catetere uterino per isterosalpingografía con catetere radiopaco semirigido.
INJECTOR PLUS® (RI.MOS. srl, Mirandola, Italia)
Isterosalpingografia: dimostrazione del percorso delle tube.
*Anatomia tubarica normale: porzione intramurale (freccia bianca), istmica (testa della freccia bianca), ampollare (testa della freccia nera) e fimbrica o infundibolo (freccia nera). La morfología uterina è normale.
Fecondazione assistita a Salerno, presso il centro di Pma Criagyn.