Che cos’è l’idrosalpinge?
L’idrosalpinge è un accumulo di liquido sieroso in una o in entrambe le tube di Falloppio (o tube uterine). Le tube di Falloppio, anche chiamate salpingi, uniscono le ovaie all’utero. Al loro interno avviene l’incontro tra ovocita e spermatozoo, inoltre permettono all’embrione di essere trasportato fino all’utero dove si anniderà per dare inizio alla gravidanza. Le salpingi hanno quindi un ruolo importante ai fini della riproduzione. Per questo motivo, problemi come l’idrosalpinge, possono compromettere la loro funzionalità e causare infertilità. A volte, possiamo anche avere una piosalpinge, se all’interno della tuba si forma una raccolta di pus; o una emosalpinge se invece è presente del sangue. Ma, sostanzialmente, non cambia l’effetto che queste condizioni hanno sulla fertilità della donna.
Quali sono le cause della idrosalpinge?
Possono esserci varie cause, le principali sono l’infiammazione o l’infezione. L’infiammazione è anche detta salpingite, può essere sia cronica che acuta. L’infezione, invece, può essere dovuta ad agenti patogeni che possono causare malattie a trasmissione sessuale come la clamidia e la gonorrea, molto pericolose in termini di diminuzione della fertilità. Altre cause possono essere gli interventi di chirurgia pregressi, come la rimozione di un mioma, di una cisti, o qualsiasi altro intervento che possa creare un’aderenza con la tuba. Più rare, invece, sono le idrosalpingi causate da una gravidanza extrauterina.
Quali sono i sintomi dell’idrosalpinge?
Molto spesso l’idrosalpinge è una patologia silente, senza alcun episodio doloroso che possa fungere da “segnale rivelatore”.
Si può avvertire, a volte, una sensazione di peso o dolore a livello addominale, senso di compressione al basso ventre, anche dopo i rapporti sessuali. Si tratta però di un sintomo un po’ aspecifico, perché è la stessa sensazione che si può avere quando si soffre di stitichezza o quando si ha il ciclo mestruale.
Il vero e proprio “campanello d’allarme” può essere rappresentato dalla difficoltà ad ottenere una gravidanza.
Come viene diagnosticata l’idrosalpinge?
Per diagnosticare correttamente e con un adeguato grado di precisione l’idrosalpinge è opportuno eseguire uno screening completo che si avvale di tre diversi esami diagnostici, che spesso si completano a vicenda:
- L’isterosalpingografia, questo esame consiste in una radiografia effettuata con mezzo di contrasto che, oltre a valutare la morfologia dell’utero, consente di verificare la pervietà delle tube di Falloppio. Questo esame, comunque, riesce a dare un risultato certo nell’85% dei casi.
- L’ecografia transvaginale, che rende visibile il liquido contenuto nelle tube e ci indica, solitamente, se ci troviamo davanti ad un caso di idrosalpinge severa.
- Laparoscopia, questa procedura consente di esaminare la superficie delle tube per valutare se queste siano ostruite o meno. Qualora siano libere, infatti, l’apposito liquido iniettato in utero le attraverserà senza alcun problema o impedimento.
Come viene trattata l’idrosalpinge?
Il trattamento dell’idrosalpinge è di tipo chirurgico e consiste nella raccolta di liquido tubarico e nel suo drenaggio mediante endoscopia. Tuttavia, nei casi in cui l’idrosalpinge abbia alterato in modo severo la mucosa tubarica, si rende necessaria l’asportazione delle tube mediante salpingectomia (preferibilmente per via laparoscopica). La terapia farmacologica invece prevede l’utilizzo di antinfiammatori e antibiotici specifici. Alla fine della terapia, tramite ecografia di controllo, si verifica se il liquido nella tuba si è riassorbito. Ma è bene specificare che il trattamento dell’infiammazione o dell’infezione che hanno causato l’idrosalpinge, serve solo a ridurre o ad azzerare la sintomatologia. Quasi mai riesce ad essere risolutivo in termini di ripristino della funzionalità tubarica, che resta compromessa a livello cronico.
Cosa comporta l’idrosalpinge in termini di fertilità?
Se l’idrosalpinge coinvolge solo una tuba, la fertilità può essere ridotta. Se invece le coinvolge entrambe, è azzerata la possibilità di ottenere una gravidanza spontanea. È stato dimostrato che il tasso di gravidanza clinica e il tasso di impianto risultano essere ridotti del 50% nei pazienti con idrosalpinge, ed inoltre vi è un aumento del tasso di aborto spontaneo. Esistono molte teorie sul motivo per cui le donne con idrosalpinge hanno ridotta fertilità, sebbene la causa esatta rimanga ancora sconosciuta. L’impatto negativo dell’idrosalpinge sull’impianto può essere attribuito a una combinazione di fattori che si ritiene possano disturbare l’ambiente endometriale:
- Un effetto meccanico per cui il liquido accumulato può espellere l’embrione dall’utero.
- Una diminuzione del flusso sanguigno endometriale.
- Un effetto negativo sulla ricettività endometriale.
In questo caso, qual è il modo migliore per provare ad avere un bambino?
La guida attuale prevede la rimozione della tuba mediante salpingectomia prima di ricorrere a una tecnica di fecondazione assistita per ottenere la gravidanza, in questo modo si migliora l’esito del trasferimento e l’impianto dell’embrione. Diversi studi suggeriscono che il tasso di gravidanze intrauterine dopo la terapia, risulta essere superiore al 30%.
Vi sono quindi prove che una buona terapia prima della fecondazione in vitro nelle donne affette da idrosalpinge, migliora l’impianto e il tasso di natalità.
Riferimenti
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- Practice Committee of the American Society of Reproductive Medicine in collaboration with the Society of Reproductive Surgeons. Salpingectomy for hydrosalpinx prior to in-vitro fertilization. Fertil Steril 2008.