Faqs

 Domande e Risposte

Nel corso della prima visita, il medico valuterà dapprima la vostra storia clinica. Tutti gli esami, le prove diagnostiche o i trattamenti di procreazione assistita realizzati in precedenza saranno visionati in maniera approfondita per migliorare e massimizzare le possibilità di gravidanza. Successivamente verrà eseguita una visita ginecologica dettagliata con ecografia. Dopo queste due valutazioni, saranno indicate le analisi da effettuare per continuare lo studio diagnostico della coppia. Il medico che vi seguirà dedicherà tutto il tempo necessario per inquadrare correttamente il caso.

Chi mi riceverà?

Al vostro arrivo all’ora prestabilita, sarete accolti dai nostri responsabili del servizio accettazione e assistenza al paziente i quali provvederanno a raccogliere i vostri dati (nome, codice fiscale e documento di riconoscimento). Sarete poi affidati a un’ostetrica che vi condurrà presso uno dei nostri studi dove vi riceverà il nostro ginecologo specialista in Fisiopatologia della Riproduzione Umana.

La stimolazione ovarica è una terapia farmacologica finalizzata alla crescita multipla di follicoli nelle ovaie, aumentando il numero di ovociti disponibili per la fecondazione.

Viene considerato generalmente un trattamento sicuro, tuttavia in alcuni casi può condurre allo sviluppo della sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). Il medico specialista in procreazione assistita, valutando dettagliatamente ogni caso, sarà in grado di stabilire se ci si trova di fronte a uno dei possibili fattori di rischio che possono predisporre all’OHSS, in modo da prevenire tale sindrome adeguando o sospendendo il piano terapeutico, in base anche a un monitoraggio ormonale ed ecografico costante.

Rispetto al passato la OHSS ha un’incidenza notevolmente inferiore, grazie alle sempre più approfondite conoscenze in materia, allo sviluppo di nuovi farmaci che permettono un controllo migliore della stimolazione ovarica, alla conoscenza dei fattori di rischio, all’utilizzo di indagini che consentono l’identificazione delle pazienti a rischio e al miglioramento delle tecniche di laboratorio di procreazione assistita.

Attualmente i risultati degli studi sulla correlazione tra la stimolazione ovarica e l’aumento del rischio di cancro ginecologico sono rassicuranti. Il rischio di cancro ovarico, di carcinoma mammario, di tumore trofoblastico o di cancro nella prole non sembra essere aumentato con l’induzione dell’ovulazione. L’aumentato rischio di cancro uterino, inoltre, sembra essere correlato più allo stato di infertilità delle pazienti piuttosto che all’induzione dell’ovulazione stessa. Tuttavia prima di intraprendere il percorso farmacologico la paziente farà una visita senologica in modo da scongiurare patologie neoplastiche che in presenza di elevate concentrazioni di estrogeni potrebbero aggravarsi. Inoltre spesso ci si chiede se la  stimolazione ovarica possa anticipare il periodo della menopausa, la risposta è no perché gli ovociti che vengono reclutati fanno parte di una coorte di cui, in condizioni fisiologiche, solo uno sarebbe stato ovulato mentre i restanti sarebbero andati in atresia. Con la terapia farmacologica si amplia la finestra di reclutamento portando a maturazione l’intera coorte ovocitaria.

L’infertilità è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’incapacità di concepire dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali frequenti e non protetti.  Si può distinguere un’infertilità primaria, che caratterizza le coppie che non sono mai riuscite a concepire, da un’infertilità secondaria, in coppie in cui in seguito ad almeno una gravidanza non sono seguiti altri concepimenti. Si stima che l’infertilità riguardi circa il 10-20% delle coppie nei paesi industrializzati. Negli ultimi 20 anni l’incidenza dell’infertilità ha subito un notevole incremento a causa di vari fattori tra cui l’inquinamento ambientale, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcol o droghe, scorrette abitudini alimentari o sessuali, con la potenziale trasmissione di malattie infettive, fattori psicologici e l’aumento dell’età alla quale le donne decidono di avere un figlio. La prevenzione e la corretta informazione possono risolvere diversi casi di infertilità così come la diagnosi precoce e un adeguato trattamento. Se l’infertilità persiste anche in seguito a un percorso diagnostico e terapeutico o se vi sono condizioni patologiche irreversibili che colpiscono una determinata coppia si parla di sterilità; in questo caso è possibile rivolgersi alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Le stime del Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita evidenziano che le cause dell’infertilità sono così suddivise:

  • infertilità femminile: 37,1%
  • infertilità maschile: 29,3%
  • infertilità maschile e femminile: 17,6%
  • infertilità idiopatica: 15,1%
  • fattore genetico: 0,9%

La diagnosi di infertilità dell’uomo è altrettanto importante di quella della donna: si parla non a caso di infertilità di coppia, perché la percentuale di potenzialità fecondante della coppia deriva dall’integrazione delle potenzialità dei due componenti singolarmente intesi. La diagnosi di infertilità di coppia viene effettuata attraverso l’anamnesi e una visita medica completa. Gli esami di base per la donna sono l’ecografia, i livelli ormonali e l’isterosalpingografia mentre nell’uomo sono l’analisi del liquido seminale (spermiogramma) unitamente ai valori ormonali.

In uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in cui sono state analizzate 8500 coppie infertili, i fattori femminili più comuni identificati, che rappresentano l’81% del totale, sono stati:

 

  • Disfunzioni ovulatorie (25%)
  • Endometriosi (15%)
  • Aderenze pelviche (12%)
  • Ostruzione tubarica (11%)
  • Altre patologie tubariche (11%)
  • Iperprolattinemia (7%)

 

Con l’avanzare dell’età femminile, c’è un aumento della percentuale di donne con infertilità legata all’età; inoltre, aumentano anche altri fattori che possono ridurre la fertilità, come i fibromi dell’utero, le patologie tubariche e l’endometriosi.

Disfunzioni ovulatorie L’ovulazione non frequente (oligo-ovulazione) o l’ovulazione assente (anovulazione) sono tra i fattori più frequenti di infertilità femminile, perché in questi casi gli ovociti saranno raramente o per niente disponibili per la fecondazione. Le cause delle disfunzioni ovulatorie sono le seguenti: Disfunzione ipotalamo-ipofisaria primaria ·         Immaturità all’inizio del menarca o declino perimenopausale ·         Esercizio intenso ·         Problemi alimentari ·         Stress, depressione, malattie psichiatriche ·         Ipogonadismo ipogonadotropo idiopatico ·         Iperprolattinemia ·         Tumori, traumi o radiazioni dell’area ipotalamica o ipofisaria·         Amenorrea da lattazione ·         Sindrome di Kallmann ·         Adenoma ipofisario o altri tumori pituitari ·         La sindrome di Sheehan ·         Sindrome della sella vuota ·         Cause linfocitarie (malattie autoimmuni) Altri disturbi ·         Sindrome delle ovaio policistico ·         Iper- o ipotiroidismo ·         Tumori che producono ormoni (surrenali, ovarici) ·         Patologie renali o epatiche croniche ·         Sindrome di Cushing ·         Iperplasia surrenalica congenita ·         Sindrome di Turner ·         Insufficienza ovarica prematura dovuta a malattia autoimmune, genetica, chirurgica idiopatica o correlata a farmaci o radiazioni ·         Sindrome da insensibilità agli androgeni Farmaci ·   Contraccettivi estrogeno-progestinici ·   Antidepressivi e antipsicotici ·   Corticosteroidi ·   Agenti chemioterapici

 

Invecchiamento

L’età è un fattore importante che influisce sulla fertilità di una donna. La riduzione della fertilità con l’invecchiamento è probabilmente dovuta al declino della quantità e della qualità degli ovociti. Il tasso di perdita di follicoli accelera gradualmente dopo i 35 anni. Le donne con una riserva ovarica impoverita possono continuare a ovulare regolarmente, ma sono eventualmente infertili a causa della scarsa qualità degli ovociti rimasti nel pool follicolare terminale.


Patologie tubariche/Aderenze pelviche

Le patologie tubariche e le aderenze pelviche impediscono il normale passaggio degli ovociti e degli spermatozoi attraverso le tube di Falloppio. La causa principale di infertilità dovuta a fattore tubarico è la malattia infiammatoria pelvica dovuta a patogeni come la clamidia o la gonorrea. Altre condizioni che possono interferire la pervietà tubarica comprendono l’endometriosi severa, malformazioni tubariche e aderenze da pregressi interventi chirurgici.

 

Patologie uterine

L’impianto embrionale, se compromesso, costituisce la base dell’infertilità uterina. Tra i fattori uterini d’infertilità ritroviamo i fibromi uterini, la sindrome di Asherman, il deficit della fase luteale, i polipi endometriali o malformazioni congenite come l’agenesia o l’aplasia uterina, l’utero setto, bicorne, unicorne, arcuato o didelfo.

 

EndometriosiI meccanismi attraverso cui l’endometriosi provocherebbe infertilità includono la distorsione dell’anatomia pelvica, danno al tessuto ovarico mediante formazione di endometrioma e resezione chirurgica, produzione di sostanze come citochine e fattori di crescita che compromettono i normali processi di ovulazione, fecondazione e impianto.  Fattori cervicaliIl muco cervicale prodotto normalmente a metà ciclo facilita il trasporto degli spermatozoi. Malformazioni congenite e traumi della cervice (incluso un intervento chirurgico) possono causare stenosi e incapacità della cervice di produrre muco normale, compromettendo così la fertilità.

 

Cause geneticheÈ stato dimostrato che le coppie infertili hanno una maggiore prevalenza di anomalie del cariotipo (trisomie, mosaici, traslocazioni, ecc.) rispetto alla popolazione generale. La frequenza varia in base alla causa d’infertilità e alla storia clinica. Le aneuploidie più comuni associate alla sterilità sono la sindrome di Turner, la sindrome di Klinefelter e la sindrome dell’X fragile. Inoltre tra le cause d’infertilità femminile bisogna ricordare anche le patologie autoimmuni, lo stile di vita, le abitudini alimentari e i casi di infertilità idiopatica.

Anche se molti uomini sono infertili per oligozoospermia (basso numero di spermatozoi nell’eiaculato rispetto agli intervalli di riferimento) o azoospermia (la totale assenza di spermatozoi in un campione di liquido seminale), alcuni uomini infertili hanno una conta spermatica normale.

Alcuni pazienti presentano una diminuzione della motilità degli spermatozoi (astenozoospermia) o  alterazione della loro morfologia (teratozoospermia).

Queste alterazioni seminali, singole o in combinazione tra loro possono essere facilmente studiate attraverso lo spermiogramma.  Secondo molti studi, la concentrazione degli spermatozoi nel liquido seminale si sarebbe pressoché dimezzata negli ultimi 50 anni a causa di fattori ambientali tra cui lo stile di vita, l’inquinamento e l’alimentazione.

La diminuzione del numero di spermatozoi, l’aumento dell’incidenza di anomalie urogenitali e del cancro ai testicoli in alcune regioni del mondo hanno suscitato l’interesse e la preoccupazione generale.

Le cause conosciute finora di infertilità maschile vengono suddivise in pretesticolari, testicolari e post-testicolari.

 

Cause pretesticolari

Le cause pretesticolari (o secretorie) sono caratterizzate da assenza di stimolazione da parte degli ormoni che regolano la funzione testicolare (gonadotropine), con presenza di testicoli generalmente normofunzionanti (deficit testicolare secondario). Infatti un’alterazione dell’ipotalamo o dell’ipofisi può determinare un deficit nella secrezione di gonadotropine con conseguente ipogonadismo ipogonadotropo, ossia una ridotta funzione delle gonadi (in questo caso i testicoli). Le cause pretesticolari possono essere congenite o acquisite. La forma congenita più frequente è la sindrome di Kallmann. Nella maggior parte dei casi, la forma acquisita è secondaria a tumori, come gli adenomi ipofisari, o a terapia chirurgica e radiante; inoltre, nel corso degli anni vi è un incremento di casi dovuti da abuso di anabolizzanti. Oltre a un deficit di GnRh, anche altri ormoni possono essere coinvolti, come l’ormone follicolostimolante (FSH) e meno frequentemente l’ormone luteinizzante (LH), la prolattina e il testosterone.

 

 

 

Cause testicolari

Le cause testicolari sono dovute a un’alterazione delle strutture del testicolo (deficit testicolare primario) a causa di varie patologie:

  • Il varicocele rappresenta la causa più comune di infertilità maschile, essendo presente nel 15-20% della popolazione maschile adulta. Le alterazioni seminali prodotte dal varicocele possono essere ricondotte all’aumento della temperatura scrotale, con un incremento della produzione dei radicali liberi dell’ossigeno che danneggiano gli spermatozoi
  • Il criptorchidismo è una causa congenita di infertilità maschile caratterizzata dalla mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nel sacco scrotale
  • L’orchite è un infiammazione di uno o entrambi i testicoli associata spesso alla parotite dell’adulto (conosciuta anche “orecchioni”)
  • La torsione del funicolo spermatico è caratterizzata dalla rotazione di questo cordone responsabile del collegamento tra testicolo ed inguine e richiede un intervento chirurgico d’urgenza per evitare la perdita del testicolo
  • Il tumore testicolare è una delle cause di infertilità più comune tra i giovani adulti
  • Diversi fattori ambientali condizionano la fertilità e la riproduzione umana tra cui le sostanze chimiche o inquinanti (farmaci, droghe, pesticidi, radiazioni, fumo, alcol) e lo stress fisico e psichico
  • Le anomalie cromosomiche hanno una frequenza di circa dieci volte superiore negli uomini infertili rispetto alla popolazione generale. L’anomalia genetica più frequente associata ad azoospermia è la sindrome di Klinefelter. Altre cause frequenti di azoospermia sono le microdelezioni delle regioni AZF localizzate sul braccio lungo del cromosoma Y (Yq11), regioni cromosomiche associate a una corretta formazione degli spermatozoi

 

Cause post-testicolari

Nelle cause post-testicolari (escretorie), la formazione degli spermatozoi è normale, ma nell’eiaculato vi è una condizione di azoospermia, dovuta all’ostruzione delle vie seminali per cause congenite o acquisite. I soggetti maschi affetti da fibrosi cistica, ad esempio, sono generalmente infertili per azoospermia ostruttiva da agenesia dei dotti deferenti. In base alla sede, si può parlare di ostruzione prossimale o distale.

Le ostruzioni prossimali interessano l’epididimo e/o i dotti deferenti e possono essere complete o parziali, comportando rispettivamente azoospermia e oligospermia più o meno severa in base al grado di ostruzione. Le ostruzioni prossimali possono avere cause malformative, funzionali, infiammatorie o iatrogene.

Le cause più comuni di ostruzioni malformative sono le agenesie bilaterali o, più raramente, quelle monolaterali dei dotti deferenti, oltre alle cisti e microcisti della testa o del corpo dell’epididimo che possono ostruire o dilatare i tubuli dell’epididimo.

Le infezioni più diffuse che causano ostruzioni dell’epididimo sono la clamidia, il micoplasma, l’ureaplasma e in passato la gonorrea.

Il fattore più frequente di ostruzione funzionale dei deferenti è la sindrome di Young, caratterizzata da azoospermia e infezioni polmonari croniche.

La vasectomia è il prototipo di ostruzione iatrogena, con sezione volontaria dei deferenti a scopo anticoncezionale, mentre cause involontarie in seguito a lesioni chirurgiche accidentali possono verificarsi ad esempio durante interventi di ernioplastica o orchidopessi.

Le ostruzioni distali interessano i dotti eiaculatori e, meno frequentemente, i dotti delle vescicole seminali e possono essere complete o paziali o conseguenti a prostato-vescicoliti; esse sono poco ricorrenti rappresentando meno dell’1% delle cause di infertilità maschile.

 

Dopo un’attenta diagnosi clinica e di laboratorio che abbia accertato le cause d’infertilità maschile, in alcuni casi è possibile attuare un intervento terapeutico che possa consentire a una coppia di concepire un figlio.

Prima dell’introduzione dell’iniezione introplasmatica dello spermatozoo (ICSI), la prognosi di queste forme d’infertilità maschile era per la maggior parte sfavorevole. L’avvento della ICSI ha completamente rivoluzionato l’approccio all’azoospermia e all’oligoastenoteratozoospermia, consentendo l’utilizzo anche di spermatozoi prelevati dall’epididimo (MESA/PESA) e/o dal testicolo (TESA/TESE/MicroTESE).

Parlare dei risultati in questo settore molto delicato, in cui i pazienti investono molto in termini di aspettativa, esige chiarezza e trasparenza.

I parametri che si prendono in considerazione è la percentuale di gravidanze per transfer  e la percentuale di gravidanze per pick-up effettuato. Quest’ultimo parametro è meno attinente alla realtà perché, ad esempio, per diversi motivi può non verificarsi il transfer e si procede alla crioconservazione degli embrioni o degli ovociti con embryo transfer in un secondo momento .

Dato che il fattore età è determinante ai fini del successo delle tecniche di riproduzione assistita è bene ricordare che i dati riportati fanno riferimento ad una coorte di  pazienti con età media femminile di 38,2 anni mentre i dati della media nazionale sono calcolati su un’età media di 36.8.

La nostra politica è di informare la coppia sulle probabilità reali di avere una gravidanza in base allo studio di fertilità che realizziamo e inoltre effettuare il trasferimento degli embrioni nel momento che gli embriologi ritengono opportuno in base a parametri morfocinetici.

 

% gravidanze per trasferimento embrionario per tutte le classi di età

Criagyn 65.6%
Media Nazionale 25.9%

 

 

 

% gravidanze per pick up per tutte le classi di età

 

Criagyn 33.3%
Media Nazionale 19.1%

 

* dati  2016 del registro nazionale della PMA dell’Istituto Superiore della Sanità.

 

 

Nella nostra struttura è possibile accedere al programma di fecondazione assistita anche per coppie in cui uno dei partner è positivo ai markers virali per HIV, Epatite B o Epatite C.

Il nostro laboratorio dispone di cappe di classe II e incubatori dedicati e inoltre per ragioni di sicurezza i cicli saranno sincronizzati in modo da evitare che combacino con altri trattamenti. In particolare, per quanto riguarda il partner maschile infetto si procederà al lavaggio del campione seminale per abbattere la carica virale.

Vuoi maggiori informazioni?

La prima visita: Il medico che vi seguirà dedicherà tutto il tempo necessario per approcciare correttamente il caso. Non si tratta di una semplice consulenza ma di una visita ginecologica con tanto di ecografia. E` il nostro modo di approcciarci alla coppia con questa problematica.
Contattaci

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